lunedì 29 settembre 2014

Intrighi nell’harem di Solimano

Solimano e Rosselana in un quadro del '700
Quando un sultano moriva, tutte le sue concubine (eccetto la validé) e le sue figlie venivano rinchiuse nel “Palazzo delle lacrime” e qui, trascorrevano il resto della loro vita. Alcune di loro, riuscirono però ad esercitare sul sultano una tale influenza da cambiare la propria vita e il corso della storia. La prima e più famosa fu Roxelana o Rossellane, una schiava russa, di cui Solimano finì per invaghirsi pazzamente.
Roxelana diventò la seconda kadin quando diede alla luce un figlio maschio. La prima kadin si chiamava Rosa di Primavera e suo figlio Mustafa era destinato a succedere a Solimano, ma Roxelana, ambiziosa e assetata di potere, impegnò tutte le sue forze per sbarazzarsi di Rosa di Primavera, di suo figlio, e di tutti i loro alleati, affinché fosse uno dei suoi figli a diventare sultano. Un giorno, eludendo la sorveglianza degli eunuchi entrò nell’appartamento della rivale e la prese a pugni, ritrovandosi a sua volta, con il viso pieno di graffi. Nei giorni successivi si rifiutò di comparire davanti al sultano adducendo come scusa il volto sfigurato, fino a quando Solimano cedette e, per allontanare Rosa di Primavera dal palazzo imperiale, nominò Mustafa governatore della Manisa, dove, in base al protocollo, la madre lo avrebbe seguito. Giorno dopo giorno il legame di Roxelana con il sultano si rafforzava sempre più tanto che, Solimano per avere consigli ricorreva più a lei che ai propri visir.  In questo modo la donna  poteva giocare le sue carte e quando morì la validè, si ritrovò regina incontrastata di tutto l’harem. Per evitare possibili concorrenti, faceva sposare le schiave più belle e giovani e riuscì anche a convincere Solimano a sposarla, cosa niente affatto semplice dato che dal tempo di Maometto i matrimoni dei sultani erano cessati ed era stato istituito l’harem imperiale, con schiave di varie nazionalità, allo scopo di evitare che la moglie ufficiale di un sultano favorisse la propria famiglia con onori e privilegi. Il matrimonio tra Solimano e Roxelana fu celebrato con un fasto mai visto. La città venne adornata con fiori e bandiere. Per le vie sfilò un corteo di duecento muli e duecento cammelli che portavano i doni inviati da tutte le province del regno, seguito da ottanta eunuchi bianchi e ottanta neri, anche questi doni per la nuova sovrana. I festeggiamenti durarono una settimana, protraendosi fino a notte, in una città illuminata dalla luce di migliaia di lanterne. L’obbiettivo principale di Roxelana era quello di far diventare suo figlio Selim erede di Solimano, ma vi erano ancora due seri ostacoli da superare. Il primo era rappresentato da  Mustafa, primogenito del sultano molto amato da tutti ed il secondo era il Gran Visir Ibrahim che faceva di tutto per proteggere Rosa di Primavera e se stesso. Solimano considerava Ibrahim un fratello, lo aveva ricoperto di onori, ricchezze e gli aveva dato in sposa la sua stessa sorella, ma il Gran Visir aveva un punto debole: la vanità. Uomo di bassi natali, in poco tempo aveva ottenuto la carica di Gran Visir, e aveva accumulato enormi ricchezze, abbagliato da tanta fortuna non esitava a definirsi l’uomo più potente dell’impero, attribuendosi dopo la conquista di Baghdad il titolo di sultano dell’armata. Roxelana sostenuta da coloro che lo invidiavano organizzò una campagna denigratoria nei suoi confronti fino a convincere Solimano che Ibrahim costituiva un pericolo per il suo potere. Ibrahim fu condannato a morte e  strangolato con una corda di seta rossa, dagli schiavi sordomuti, addetti alle esecuzioni dei personaggi di alto rango. Ottenuta la sua prima vittoria, Roxelana fece eleggere Gran Visir un uomo fedele a lei e con il suo aiuto riuscì a stringere alleanze con gli uomini più ricchi e potenti di tutto l’impero. Conquistò molta popolarità facendo costruire moschee, bagni, biblioteche, un ospedale, fontane, alberghi gratuiti per i pellegrini. Ora rimaneva solo da eliminare Mustafa e l’occasione si presentò quando l’impero entrò in guerra con la Persia. Roxelana fece arrivare a Solimano una lettera in cui Mustafà chiedeva aiuto allo shah di Persia per detronizzare il padre e prendere il suo posto. La lettera era falsa, ma a Mustafa non fu mai data la possibilità di dimostrarlo. Solimano in preda ad una violenta collera convocò il figlio nella propria tenda e accusandolo di tradimento lo fece strangolare dai sordomuti con una corda di seta. Roxelana riuscì così a raggiungere il suo scopo, ma morì prima di diventare validè e di vedere suo figlio Selim succedere al padre Solimano nel 1566.

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