domenica 30 maggio 2010

Tin Hinan- la regina dei tuareg


C’era una volta in  un pacifico regno nel sud del Marocco, una regione (che oggi si chiama Tafilalet)  dove vivevano un re, una regina e la loro bellissima figlia, la principessa Tin Hinan (tin heinan “quella delle tende”). La pace però non durò a lungo…. Un giorno infatti giunse nel regno un pretendente al trono che imprigionò i reali e costrinse alla fuga Tin Hinan. Accompagnata dalla fedele ancella Takamat, in sella ai cammelli, intraprese un viaggio pieno d’insidie e di pericoli , peripezie e prove di solidarietà, ingegno e astuzie tipicamente femminili che la condusse infine, all’oasi di Abalessa, nella regione dell'Ahaggar, in un'epoca in cui la regione era abitata dagli Isebeten, un popolo povero, che non conosceva ancora la civiltà...   Tin Hinan insegnò loro a scrivere, a lavorare l’argilla, a tessere stoffe e tappeti colorando la lana delle pecore con sostanze prese dalla terra e dalle piante e in questo nuovo ambiente gettò le basi del suo nuovo regno dando origine al popolo dei Tuareg, che ancora oggi, in omaggio alla propria antenata, attribuisce alle donne un ruolo importantissimo nella famiglia e nella società.
E Tin Hinan ebbe sette figli e tre figlie che regnarono dopo di lei.... 
Alla sua morte fu sepolta vicino all’oasi.
Ogni uomo o donna tuareg che passava davanti alla tomba vi depose una pietra in segno di rispetto e poco a poco si formò un colossale monumento megalitico, noto come édebni,  alto 30 metri,  che si può vedere ancora oggi  ad Abalessa, non lontano da Tamanrasset: i Tuareg li considerano le tombe degli Ijabbaren, la popolazione dei giganti dell'antichità.
Ed ancora oggi tra i tuareg, sotto il cielo pieno di stelle, si racconta l’avventura di Tin Hinan e Takamat, le due donne che sfidarono il deserto ….

lunedì 10 maggio 2010

Abbigliamento nel mondo arabo tra passato e presente: thobe




L’abbigliamento degli uomini del Golfo Arabico, è caratterizzato da una lunga tunica bianca a forma di camicia (sempre miracolosamente immacolata!!) che prende il nome di thobe (in arabo ثوب ) e significa “abito”. Il suo nome però cambia a seconda delle regioni in cui viene indossata; negli Emirati Arabi infatti è denominata "kandoura" e nel medio oriente arabo,"dishdashah".
Tale indumento è solitamente di cotone bianco  in modo da  riflettere meglio la luce solare, mentre in inverno è lavorato in tessuto più pesante come la lana ed ha colori più scuri come il marrone e il grigio. Per completare il loro abbigliamento, gli uomini indossano un minuto copricapo semirigido (Kufeya o Taqiyah) a cui sovrappongono il "ghutrah", tipico foulard di cotone che viene piegato diagonalmente in modo di ottenere un triangolo. Generalmente il "ghutrah" è bianco, ma può essere anche bianco/nero o bianco/rosso e in questi casi assume nome diversi come "kefiah" e "shumagh". Questi foulard proteggono la testa dai raggi solari e possono essere usati anche per coprire la bocca ed il naso durante le tempeste di sabbia o il tempo freddo.
Per meglio fermare il "gutrah" si utilizza "l’igal," una doppia corda nera fatta generalmente di lana di pecora tinta e strettamente tessuta. Il "taqiyah "viene indossato in Egitto e in Sudan da solo senza il gutrah e viene chiamato anche "chachiyat".


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