martedì 10 maggio 2016

L'Araba Fenice


Araba Fenice Bennu – Rappresentazione parietale egizia

La Fenice, nota come “Araba Fenice”, è un uccello mitologico che rinasce dalle proprie ceneri, dopo la morte.
Gli Egizi furono i primi a parlare del Bennu che poi nelle leggende greche divenne la Fenice. Uccello sacro favoloso, aveva l'aspetto di un'aquila reale e il piumaggio dal colore splendido, il collo color d'oro, rosse le piume del corpo, azzurra la coda con penne rosee, ali in parte d'oro e in parte di porpora, un lungo becco affusolato, lunghe zampe e due lunghe piume — una rosa e una azzurra — che le scivolano morbidamente oppure erette sulla sommità del capo.
Quando la Fenice sentiva sopraggiungere la sua morte, dopo aver vissuto per 500 anni, si ritirava in un luogo appartato e costruiva un nido sulla cima di una quercia o di una palma. Qui accatastava ramoscelli di mirto, incenso, sandalo, legno di cedro, cannella, spigonardo, mirra e le più pregiate piante balsamiche, con le quali intrecciava un nido. Infine vi si adagiava, lasciava che i raggi del sole l'incendiassero, e si lasciava consumare dalle sue stesse fiamme mentre cantava una canzone di rara bellezza.
Per via della cannella e della mirra che bruciavano, la morte di una fenice era spesso accompagnata da un gradevole profumo. Dal cumulo di cenere emergeva poi un piccolo uovo, che i raggi solari facevano crescere rapidamente fino a trasformarla nella nuova Fenice, dopodiché la giovane e potente Fenice, volava ad Heliopolis (città del Basso Egitto) per posarsi sopra l'albero sacro,«cantando così divinamente da incantare lo stesso Ra». Alcuni storici si domandano se sia veramente esistita la fenice e facendo riferimento alle opere dei poeti romani la considerano nulla di più di un prodotto della fantasia dei seguaci del Dio-Sole. Altri, tuttavia, credono che il mito possa essere basato sull'esistenza di un vero uccello che viveva nella regione allora governata dagli Assiri.

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