martedì 4 marzo 2008

Abbigliamento nel mondo arabo tra passato e presente : hijab

Per hijab si intende comunemente il foulard che copre il capo e le spalle delle donne musulmane. Il termine deriva dal verbo arabo “hajaba” (nascondere) e indica, nel suo significato originario, ogni ostacolo posto davanti a un oggetto o ad un individuo per sottrarlo alla vista altrui. In questo caso l’hijab ha lo scopo di proteggere le donne dagli sguardi lascivi e dalle attenzioni non richieste. In generale può essere composto da due pezzi: una prima cuffia che raccoglie e copre i capelli, tenendoli fermi, e un velo vero e proprio che viene appoggiato su questa, spesso lasciando che la cuffia sporga da sotto il velo. L’hijab può essere di qualsiasi colore, alcune donne lo preferiscono nero, altre bianco altre a fantasia e viene appuntato sotto il mento con una spilla. Le punte del foulard possono essere lasciate cadere morbidamente sul corpo oppure, per ragioni di praticità, avvolte attorno al collo come una sciarpa, in particolare quando si devono svolgere attività di tipo pratico. In generale è accompagnato da una tunica o da uno spolverino, ma può essere indossato anche con abiti normali, gonne camicie e pantaloni purché “adeguati”. La gonna deve essere lunga, la camicia larga, con maniche che arrivano sotto i gomiti e se indossata sui pantaloni, non troppo corta. Il velo è considerato una parte integrante dell’Islam da un gran numero di musulmani. Attaccare l’uso dell’hijab è come attaccare il diritto di un cristiano di portare la croce, o il diritto di un ebreo di indossare lo yarmulke.

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