lunedì 10 luglio 2023

Conoscere i tuareg: la donna e il matrimonio



Quando una ragazza tuareg arriva alla pubertà, il padre organizza una festa familiare e le offre i sui primi abiti da giovane donna e il velo chiamato ikerhi. I costumi presso i tuareg sono molto liberi, e la verginità non ha nessuna importanza ai loro occhi. Le donne, però si lasciano corteggiare solo da uomini della loro condizione sociale e solitamente si sposano dopo i vent’anni. Per sposarsi non è necessaria l’autorizzazione paterna, infatti il genitore interviene solo per impedire un matrimonio con uno sposo di condizione sociale inferiore a quella della figlia. Per prima cosa viene fissata la dote che il futuro sposo dovrà versare, che di solito è costituita da cammelli, montoni e capre, mai da asini. La festa di matrimonio si svolge nell’accampamento della donna, dura otto giorni, e gli sposi, dopo la cerimonia, vivono lì per un anno. Dopo questo periodo, i parenti dello sposo organizzano un falso rapimento; la donna viene portata nella sua nuova dimora dove viene accolta con un’altra festa e da questo momento farà parte della famiglia del marito e l’ abbandonerà solo in caso di divorzio o di morte dell’uomo. Potrà ricevere le visite dei familiari, ma non potrà contraccambiarle. Dopo il matrimonio la donna conserva la libertà di disporre dei suoi beni e non sostiene le necessità della famiglia, le spese infatti spettano interamente al marito.La donna tuareg è molto gelosa, e in seguito a un tradimento da parte del marito, ritorna dai suoi parenti e solo dopo una ricompensa materiale concede il suo perdono, ma può anche decidere di divorziare. In questo caso è a lei che rimane la tenda e il gregge. È sufficiente che una tuareg accusi il marito di cattiva condotta, di non compiere i suoi doveri coniugali, per essere liberata dai legami matrimoniali. Per i tuareg si può divorziare anche per incompatibilità di carattere o a causa di alcune malattie contratte da uno dei due coniugi, come la follia o la lebbra. Le legge musulmana prevede che la donna separata non possa avere relazioni con altri uomini per un periodo di tre mesi, definito ettef, ma la donna tuareg fa ricorso a un credenza popolare per cui ai piedi di un albero, dove si trova uno spirito benigno, posa dei doni e così lo spirito farà astinenza al posto suo e lei potrà riprendere la via della “libertà di costumi”. Se è il marito a chiedere il divorzio, la dote rimane ai parenti della donna, ma i figli restano sotto la tutela del padre.
Le nascite al di fuori dal matrimonio sono disconosciute pubblicamente e la pratica dell’aborto è assai rara, ma gli infanticidi sono numerosi. Presso i tuareg l’uomo non si sposa per essere servito dalla sposa, ma per formare un focolare e la cura dei figli è affidata alla madre. Le istituzioni  tuareg proteggono la donna nella società. I tuareg, al contrario di ciò che avviene nel mondo islamico, non si considerano superiori alle loro donne, nessun uomo oserebbe maltrattarle o mancarle di rispetto. I rapporti all’interno di una tenda tra familiari sono più simili a quelli che intercorrono in una famiglia occidentale che in una famiglia musulmana. 
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