sabato 6 marzo 2021

Conoscere i Tuareg: la tenda



Secondo il pensiero tuareg, “nessun essere, nessun oggetto, saprebbe esistere senza la protezione di un rifugio” e per un nomade la tenda rappresenta il cuore dello spazio abitato, in opposizione al ténéré, il deserto sterile che non permette la vita né agli uomini, né ai loro animali, e all’essuf, lo spazio selvaggio abitato da spiriti malevoli. Le case dei Tuaregh che possiedono terre sono rettangolari, con tetto a terrazza, costruite in mattoni o in pietra. Le abitazioni dei nomadi sono invece la tenda o la capanna smontabili, ricoperte in genere da strisce di pelli di muflone o di pecora, larghe circa un metro, cucite tra loro e sostenute da paletti di legno. Vi si accede da un’unica apertura che è volta ad oriente, verso la Mecca. Non mancano i tappeti che proteggono dalla polvere e sono ottimi letti. L'altezza della tenda è di circa due metri e lo spazio da essa occupato misura circa 5m x 4m. Nella zona dell'Air si usa la capanna a pianta circolare, formata da una intelaiatura di rami ricurvi ricoperti da stuoie di graminacee o foglie di palma. Le tende (ehan) possono avere forme diverse secondo l’area di costruzione: generalmente tondeggianti, sono costruite dalle donne montando una sorta d’intelaiatura di pali e supporti verticali o ad archetti, ricoperte da un velario di 30-40 pelli di capra cucite fra di loro, impermeabilizzate e rese resistenti al sole grazie a burro ed ocra rossa. Soltanto il colore delle tende distingue le varie tribù, legate fra loro da un complicato sistema di alleanze locali. I Tuareg dell’Ovest hanno tende nere e rosse, quelli dell’Est invece, bianche, gialle e marroni. La tenda è piantata in modo che si possa dormire con la testa verso l’est in direzione della Mecca; è abitata da una sola famiglia e ognuno dei coniugi ha una parte per sè, la parte a nord è dell’uomo, mentre quella a sud è della donna. L’uomo sistema nel suo angolo la sella del cammello, le armi e lo zaino, mentre la donna appende ai picchetti il suo sacco, che contiene i vestiti, gli effetti personali e un sacco contenente i viveri di riserva e le stoviglie di cucina di cui lei è responsabile. Solo l’amenokal possiede un letto, mentre gli altri dormono su una o due pelli di montone cucite insieme. La tenda dell’amenokal è formata da una decina di paletti di 2 metri di altezza, l’interno è spazioso (circa una trentina di metri) e vi sono selle, mortai per pestare miglio e datteri, tappeti, corna di montone dove è conservato il burro e un grosso tamburo, il tobol. Davanti a ogni tenda si trova un focolare composto di solito da tre pietre che non serve per cucinare ma per riscaldare. Quando il sole tramonta si riuniscono tutti intorno al fuoco e gli anziani raccontano delle storie ai più giovani, bevendo del thè. Nell’accampamento ci sono poi i recinti per gli animali fabbricati utilizzando rami di acacia: di forma tondeggiante possono essere suddivisi in due parti per consentire il ricovero separato di animali adulti e capi non ancora svezzati. Quando l’accampamento si deve spostare spetta alla donna organizzare i bagagli e il loro trasporto. Solo i nobili viaggiano sui cammelli. Durante gli spostamenti i tuareg non portano tutto con loro, ma ognuno porta un sacco sufficiente per sopravvivere qualche settimana, il resto viene nascosto nelle rocce delle montagne in luoghi difficilmente accessibili, conosciuti solo dai componenti della tribù. 
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