domenica 31 maggio 2020

Shirin e Farhad: una leggenda iraniana.



Nel VII secolo d. C., prima che gli Arabi arrivassero e portassero con sé l'Islam, viveva in Iran una ragazza giovane e bellissima di nome Shirin. La famiglia di Shirin era molto ricca e conosciuta e l'intero Paese cantava la bellezza unica e la grazia impareggiabile della giovane. 
La sua fama raggiunse le orecchie del sovrano, re Khosro Parviz, il Vittorioso, ultimo discendente della dinastia dei Sassanidi, che incuriosito, fece convocare Shirin e suo padre. Rimasto abbagliato dall'indicibile bellezza della ragazza, la chiese in sposa, pur avendo già una moglie, Maria, principessa bizantina, figlia dell'Imperatore Maurizio Tiberio e per non infrangere le regole, il sovrano decise di celebrare in segreto il matrimonio con la bella Shirin.
In attesa del giorno della cerimonia, il re strappò la sfortunata prescelta, dall'amore della sua famiglia e la tenne prigioniera nelle segrete di un castello lontano. Nella sua prigionia, l'infelice Shirin si sentì sola e triste, separata per sempre dalla sua famiglia, rinchiusa nel buio e nel segreto più vergognoso di un matrimonio fuorilegge e senza amore.
Un giorno, re Khosro Parviz ordinò che nel castello segreto fossero costruite delle statue per renderlo più grandioso e degno di un sovrano Vittorioso. Un giovane scultore di nome Farhad fu subito inviato al palazzo segreto e incominciò a scolpire su una lunga rampa di scale che portava alla torre dove Shirin stava rinchiusa. Udendo il canto tristissimo di una donna proveniente dalle scalinate della torre, Farhad salì in cima e si accorse che una ragazza meravigliosa era prigioniera e sola in una grande stanza triste. Subito si innamorò di Shirin, della sua voce, del suo volto, del suo cuore prezioso che aveva bisogno di essere custodito e salvato. 
Rivelatosi alla giovane, Farhad si recò da lei ogni giorno e anche Shirin si innamorò perdutamente di lui.
Scolpì le statue ordinate dal re molto lentamente ma, inevitabilmente il lavoro fu ultimato. Arrivato il giorno della sua partenza dal castello, Farhad non si perse d'animo e osò sfidare re Khosro Parviz per ottenere la libertà di Shirin. 
Il sovrano, adirato per l'affronto subito e impassibile alle richieste dei due innamorati, negò la libertà della principessa. 
La ragazza, addolorata, si ammalò, indebolendosi ogni giorno di più finché il re, spaventato dalla sua fragile condizione, seguendo i consigli di una vecchia strega, concesse una remota e pericolosa possibilità al giovane innamorato. "Se in quaranta giorni riuscirai a scavare l'intera montagna di Bistoon con le tue mani, Shirin sarà libera", proferì.
Farhad partì immediatamente per la città di Kerman, nei pressi della quale si trovava la montagna della sua prova di coraggio e resistenza. Shirin lo attese ogni giorno con grande speranza e timore, ma confidando nel loro amore e nella riuscita dell'ardua impresa. Dal quarantesimo giorno dalla partenza di Farhad la vecchia strega si avvicinò alla principessa e le annunciò beffarda: "Il tuo amato Farhad ha fallito la sua missione, se n'è andato! ti ha abbandonata!". La ragazza non riusciva a credere alle parole della strega ma Farhad non tornava e Shirin pianse tutte le sue lacrime del suo cuore.
La strega, allora si recò subito a Kerman con un losco e menzognero intento: annunciare pubblicamente la morte della principessa Shirin. La popolazione intera pianse la morte improvvisa della bella Shirin, ignara del terribile inganno inscenato dalla malvagia strega. 
Ma anche Farhad, stremato dalla fatica di aver compiuto l'impossibile impresa in quaranta giorni e quaranta notti, giunse in città e  la tragica notizia sul destino crudele della sua amata giunse subito a lui. Accecato dalla disperazione e dalla sofferenza, Farhad incontrò la morte proprio su quella montagna da lui con così tanta fatica scavata per salvare la bella Shirin. 
Dalla torre nel castello segreto di Khosro Parviz, Shirin udì il subbuglio inquieto proveniente dalla città e venne così a sapere della morte, ahimè reale, del suo eroe Farhad. Solo allora la principessa comprese l'inganno inscenato dalla malefica strega  aiutata dallo stesso sovrano e, con le ultime forze rimastele, si gettò anch'ella nelle braccia cupide della morte, aspirando al Paradiso tanto desiderato per rincontrare là il suo Farhad e restare per sempre insieme, liberi dalle prigioni in cui la vita li aveva rinchiusi.

sabato 9 maggio 2020

Conoscere i Tuareg: le confederazioni.


I Tuareg sono divisi in cinque grandi gruppi ripartiti in alcuni paesi dell’area sahariana, nel sud del Maghreb, in Algeria, Libia, Niger, Mali e Burkina Faso. 
I Kel Ajjer vivono nella parte occidentale della Libia e orientale dell’Algeria; la capitale della confederazione è Ghat e parlano la lingua Tamahaq. 
I Kel Ahaggar, vivono nella regione del massiccio dell’Ahaggar, nel Sahara algerino. La confederazione fa risalire la sua fondazione a Tin Hinan, semi-leggendaria progenitrice dei Tuareg vissuta attorno al IV secolo, ma fu istituita ufficialmente attorno al 1750. È stata in gran parte sterminata, nel 1977, dal governo algerino. 
I Kel Ayr, abitano nel massiccio montuoso dell'Aïr che si trova nel nord del Niger. Essi sono nigerini con espansione in Nigeria e anche in Ciad. La principale divisione interna è tra Kel Ewi, e Kel Gress. 
Gli Iullimmiden o Oullimmiden, stabilitesi nella regione di Gao, in Mali, hanno ramificazioni in Niger e nel Burkina Faso. Da essi si sono distaccati i Kel Dinnik e i Kel Adrar anche conosciuti come Kel Ifoghas. Inoltre vi sono a nord dell’Algeria e a sud del Mali i Kel Tamajaq, la cui espansione è stata contenuta da altri nomadi del Sahara come i kunte, marocchini e altri. 
E per finire i Tenguereguif stabilitisi nella zona di Timbuctù, noti anche come tuareg sudanesi. Le cinque confederazioni non erano unite da alcun legame politico stabile, anche se erano frequenti le intese militari se si dovevano difendere da un nemico comune o dall’attacco di altre tribù. Solo in concomitanza dell’arrivo dei francesi si ebbero alleanze tra intere confederazioni, ma non si giunse a un’unificazione dell’insieme Tuareg, infatti il loro temperamento anarchico ha fatto si che essi non abbiano mai costituito una sola nazione, nonostante si attribuiscano una stessa origine. La società tuareg ha una struttura complessa e stratificata, che ricorda la società feudale.
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