domenica 29 ottobre 2017

Rumi



Ottocento anni fa, in una città nel nord est del Regno di Persia, nasceva un bambino molto speciale, destinato a diventare famoso col nome di Mevlānā in Turchia, Mawlānā in Iran, e di Rumi nel resto del mondo. Il suo vero nome era  Jalāl ad-Dīn («gloria della religione») Muhammad Balkhī, e nacque il 30 settembre 1207 nella città di Balkh, oggi inglobata nell'attuale Afghanistan, ma che a quei tempi faceva parte del Regno di Persia. Suo padre,Bahā ud-Dīn Walad  era un rinomato studioso ed un mistico sufi, ai cui sermoni si dice assistesse addirittura il re di Persia.
Quando Rumi era ancora un ragazzino, la sua famiglia, dopo aver vagato per parecchi anni di città in città, si trasferì a Konyam, nell'attuale Turchia, dove Il padre fu così bene accolto, che i regnanti del tempo costruirono addirittura una scuola per lui. Bahā ud-Dīn Walad morì nel 1231 e Rumi, che allora aveva 24 anni, decise di proseguire l'operato del padre, approfondì gli  studi di filosofia, letteratura, storia, legge islamica e altre materie e si affermò come uno stimato insegnante di religione.
Verso la fine di novembre del 1244 Rumi incontrò un derviscio errante: Shams Tabrizi, letteralmente «il sole di Tabriz» (città del Nord Est della Persia), ormai sessantenne e che aveva dedicato tutta la sua vita alla pratica degli insegnamenti sufi. Questo incontro e le successive conversazioni con Shams provocarono una profonda trasformazione in Rumi che divenne un mistico e un poeta dell'amore. Negli anni seguenti, Rumi ridusse il suo interesse per lo studio e cominciò a dedicare gran parte del suo tempo alla poesia, sviluppando la pratica del samâ, dove meditazione, musica, canto e danza sufi si fondono insieme costituendo una tradizione che conta ancor oggi migliaia di discepoli in tutto il mondo. Fondò la confraternita sufi dei "dervisci rotanti"Rumi fu un poeta molto prolifico e appassionato, producendo due capolavori della poesia persiana: Diwân Shams Tabrizi, «il libro di poesia di Shams Tabrizi», in onore del suo maestro spirituale, composto di 44 mila versi di poesia lirica, e Masnawi Ma'nawi, «distici in rima su temi spirituali», composto di circa 26 mila versi.  A differenza di molti poeti che sono soliti correggere e perfezionare più volte le proprie poesie, Rumi le scriveva di getto e le recitava ai propri discepoli in uno stato di estasi e contemplazione, mentre ascoltava musica, danzava o nel bel mezzo di una conversazione. I suoi poemi sono dunque ricchi di immagini spontanee presentate in un linguaggio visuale fresco e bellissimo, marchio non solo di un abile poeta, ma anche di un maestro mistico.
Rumi morì il 17 dicembre 1273, una domenica al tramonto a Konya, all'età di 66 anni. Al suo funerale parteciparono genti di religioni diverse e di varia estrazione: musulmani, ebrei, cristiani, poveri, ricchi, ignoranti e letterati, a porgere l'estremo omaggio e a lamentare la perdita di questo grande saggio e poeta. La sua tomba a Konya è oggi un tempio per tutti coloro che amano e cercano la pace e la verità.

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