La Sebiba è una grande festa tuareg che coincide col Capodanno islamico. Si tiene ogni anno a Djanet e risale a più di 3000 anni fa. Ebbe origine alla morte del faraone, quando Mosè (Moussa) sconfisse le sue truppe. La tradizione locale riporta che a quell’epoca ci fu, per molti anni, una guerra fratricida tra gli Oraren e i Tra'orfitt (tribù di Tassili N'Ajjer) e che fu solo dopo la vittoria di Mosè sul faraone che le due fazioni acconsentirono a porre fine ai loro conflitti e sigillarono un patto di pace che ancora li unisce. Ogni anno, per dieci giorni, le due comunità tuareg si preparano a commemorare questo importante traguardo. Danzatori e cantanti si contendono il diritto di rappresentare le proprie comunità durante una gara di nove giorni chiamata Timoulawine. I vincitori prescelti prendono parte ai rituali e alle cerimonie della Sebïba il giorno successivo. I danzatori, vestiti da guerrieri sfilano e presentano le loro armi, quindi si dispongono in cerchio facendo tintinnare le spade ininterrottamente mentre le donne intonano canti tradizionali al ritmo del tamburello. Le donne sfoggiano gioielli, amuleti e ornamenti in argento e danzano al suono della ganga (un largo tamburello), dell’ imzad (uno mandolino monocorda formato da una mezza zucca ricoperta di pelle di capra) e del tobol (un grande tamburo). Gli uomini, indossano abiti sfarzosi, contrariamente all'abbigliamento sobrio della vita quotidiana nel deserto e si lanciano in danze a loro riservate. Alla fine della giornata, la firma del patto di pace arriva a chiudere la Sebiba e perpetua così la storia delle tribù di Djanet.
venerdì 24 ottobre 2025
sabato 20 settembre 2025
La poesia palestinese di Ahmed Miqdad
Tutto è andato
Le case, le anime e i sentimenti.
La nostra gioiosa estate è diventata un inverno spaventoso
Con le sue notti buie e terrificanti.
Il fantasma della morte ha cancellato i nostri cuori
E ci ha rubato l'anima.
La nostra bella primavera è diventata un autunno senza vita
I nostri figli cadono come le foglie degli alberi verdi,
Così silenziosamente con la brezza della morte.
Le loro anime volano
Come le farfalle accattivanti e glamour
Perso nel vasto universo
E aumenta il numero
Delle stelle splendenti.
I nostri sentimenti si sono trasformati in una valle arida
E un deserto di peso
Sono congelati come un ghiacciolo.
Non sentiamo la perdita
è così copiosa
E niente sentimenti per la gioia
Siamo ancora vivi
Ma non è rimasto nulla.
domenica 17 agosto 2025
Dalla leggenda alla storia: il caffè nei paesi arabi
Nel golfo di Aden ferveva il dibattito tra i sostenitori della leggenda del pastore etiope Kaldi e quelli dello Yemenita Omar. Chi aveva scoperto il caffè? Le leggende sono leggende, la ma la cosa più importante è che chiunque abbia scoperto il cespuglio con le bacche di caffè sia riuscito a portarlo dalle prime piantagioni dello Yemen a tutto il mondo arabo, fino a farlo diventare una delle bevande più popolari al mondo. Gli Yemeniti erano soliti mangiare le drupe per avere più energia, i sufi necessitavano del caffè per mantenere l’attenzione e rimanere svegli tutta la notte per le preghiere, i ricchi servivano caffè ogni giorno ai loro ospiti e i poveri potevano godersi una tazza di caffè nei locali pubblici conosciuti come Gahveh Khaneh. Nel 15° secolo, vennero aperte delle caffetterie anche alla Mecca ,al Cairo, fino alla capitale dell’impero Ottomano, Istambul. Le Gahveh Khaneh, conosciute anche come le ‘case dei Saggi’, divennero la dimora di intellettuali che usavano riunirsi per tenere discussioni e dibattiti, condividere scoperte ed informazioni. Mentre la moda del caffè stava raggiungendo l'intera popolazione, sorse una grave dilemma: il caffè veniva chiamato Qahwa, che significava "vino" ed il vino era proibito nel mondo islamico. L’antico dibattito cambiò direzione: dimenticata la questione su chi scoprì la pianta del caffè, ora si pensava se proibire o meno il consumo del caffè. Alla Mecca, il governatore Kha’ir Beg organizzò un tribunale che vedeva una cesta di caffè sistemata ad una lato e l’accusatore seduto dall’altro. La cesta non aveva modo di difendersi dalle accuse di far perdere il controllo a coloro che bevevano caffè e di allontanarli dalla visione di Allah e così il caffè fu proibito, le Case del Caffè chiuse, i venditori banditi e i bevitori flagellati. Questo ovviamente non servì a far smettere alla popolazione di bere caffè, e quando il Governatore del Cairo, gran bevitore di caffè, venne a conoscenza della situazione, fece allontanare Kha’ir Beg dal suo ruolo e salvò l’oro nero. Altri Sultani provarono a bandire il caffè, ma fallirono sempre per colpa dell’opposizione del Popolo del Caffè.
rif: https://edobarista.com/it/content/news?id_category=1
giovedì 3 luglio 2025
La leggenda di Omar che iniziò a tenere svegli i dervisci con il caffè
C'è un’antica storia, conservata nel manoscritto Abd-Al-Kadir, ambientata nell'antico Yemen, che parla del discepolo dello Sceicco Abou'l Hasan Schadheli, Omar, noto per le sue doti di guaritore attraverso la preghiera. I dervisci, non si sa per che motivo, lo bandirono dalla città e lo reclusero in una grotta nel deserto, nelle aree di altopiano della punta meridionale del Mar Rosso nel porto di Al-Mokha. Stava quasi per morire di fame quando vide delle bacche rosse su alcuni cespugli. Le raccolse, le assaggiò e le trovò troppo amare e dure. Provò ad arrostirle e poi a bollirle per renderle commestibili. Bevve l'acqua di cottura e si sentì subito rinvigorito. Quando la notizia di questa particolare guarigione giunse a Mocha, venne richiamato in città con tutti gli onori e l’usanza di bere il caffè comparve anche nei monasteri sufi dello Yemen in quanto li aiutava a rimanere svegli più facilmente per le preghiere di mezzanotte. L’usanza di bere il caffè è comparso anche nei monasteri sufi dello Yemen come bevanda per rimanere svegli più facilmente per le preghiere di mezzanotte.
rif: https://edobarista.com/it/content/news?id_category=1
mercoledì 4 giugno 2025
La poesia Palestinese di Ahmed Noor
BUONGIORNO PALESTINA!
Non ci arrenderemo mai,
Se ci sforziamo,
Noi macineremo la sabbia per mangiare,
Se abbiamo sete,
Noi berremo l'acqua di mare,
Se siamo senza casa,
Faremo la terra i nostri letti,
E il cielo le nostre coperture,
Se tutte le porte sono chiuse,
Noi busseremo alla porta del cielo,
Se tutti gli alberi vengono tagliati,
Noi ne pianteremo di più,
Se perdiamo i nostri bambini,
Daremo vita a migliaia,
Non ci arrenderemo mai,
Nonostante le migliaia di martiri,
Il dolore delle madri dei nostri prigionieri,
Le lacrime delle nostre vedove,
La perdita delle nostre membra,
Le grida delle nostre ferite,
I pezzi dei nostri brandelli,
Le macerie delle nostre case,
Il pianto dei nostri orfani,
I cadaveri dei nostri corpi,
I suoni dei vostri aerei da guerra,
I suoni delle vostre bombe,La paura dei nostri figli,
Non ci arrenderemo mai,
Anche se tu sei il coltello,
E noi siamo la carne,
Tu sei l'assassino,
E noi siamo l'omicidio,
Tu sei il rapitore,
E noi siamo l'ostaggio,
Tu sei l'oppressore,
E ci sono gli oppressi,
Tu sei l'occupante,
E noi siamo gli occupati,
Tu sei la forza delle armi,
E noi siamo la forza dalla nostra fede,
Tu sei la roccia,
E noi siamo le gocce,Goccia, goccia, goccia,
La roccia si crepa verso il basso,
E non ci arrenderemo mai.
lunedì 5 maggio 2025
La leggenda del caffè e delle capre salterine
rif : https://edobarista.com/it/content/news?id_category=1
lunedì 17 marzo 2025
Fiaba yemenita: La serva ladra.
C'era una volta un uomo che girava di paese in paese.
Un giorno entrò in una moschea e una donna, che aveva la casa vicina, lo vide. Mandò la sua serva e gli disse: "Va' a chiedere a quell'uomo qual è il suo mestiere e la sua parentela, chi è e da dove viene". La serva andò e lo trovò seduto nella moschea. Gli disse: "La mia signora mi ha mandato a chiederti chi sei e da dove vieni, cosa fai e qual è la tua gente". Egli rispose: "Per Dio, sono un viaggiatore! Per quanto riguarda il mio lignaggio, io sono uno shaykh”.
La serva tornò dalla sua padrona e le riferì le sue parole. Allora le disse: "Torna da lui e digli che gli manderò la cena". La serva andò e gli disse: "La mia padrona dice che ti manderà la cena". "Bene..." rispose. La donna aspettò fino alla sera e gli preparò una pagnotta, quattro fette di agnello e una ciotola piena di brodo. Mandò la serva a portargli la cena, dicendole: "Quando gli porgi il cibo, digli: "la mia padrona ti manda a dire che la luna è tonda, il mare è alto e le stelle sono quattro”.
Quando la serva giunse in uno slargo della strada, si mangiò mezza pagnotta e una fetta di carne, e bevette mezzo brodo. Portò il resto al viaggiatore e gli disse: "La mia signora ti manda a dire che la luna è tonda, il mare è alto e le stelle sono quattro". Rispose: “Bene...".
Guardò la cena e trovò mezza pagnotta, tre fette di carne e mezza ciotola di brodo. Allora disse alla serva: "Riferisci alla tua signora che c'era l'eclissi di luna, il mare era quasi prosciugato e le stelle erano solo tre". La serva ritornò dalla padrona e la informò: "Il viaggiatore dice che c'era l'eclissi di luna, il mare era quasi prosciugato e le stelle erano tre”. Allora la padrona esclamò: "Hai rubato la cena allo straniero!". La serva negò. "Come?" disse la padrona. "Ho mandato quattro fette di carne e il viaggiatore di che che erano tre! Ho mandato una pagnotta e una ciotola piena, ma solo metà gli è giunta!”. Quando me ne sono andato via, la padrona stava ancora battendo la serva...
venerdì 28 febbraio 2025
giovedì 20 febbraio 2025
Bevande arabe tradizionali
Il caffè arabo
Il caffè , uno dei simboli dell'ospitalità araba, è normalmente arricchito con spezie come cardamomo, cumino, chiodi di garofano e zafferano; viene servito versandolo dalla dallah , la classica caffettiera araba decorata con oro o argento, in tazzine senza manici chiamate finjaan. La parola araba "gahwa" o "qahwah", da cui deriva la parola "caffè", significa “forte" e siccome questo caffè è davvero molto forte, è consuetudine servirlo con datteri che aggiungono dolcezza.
Karak chai
Il tè Karak o Chai Karak è un tè molto popolare negli Emirati Arabi Uniti. E’ una bevanda piccante e calda, una varietà locale di tè masala, che si ottiene infondendo foglie di tè con erbe e spezie indiane. Può essere preparato con cannella, zenzero, finocchio, cardamomo.
Jellab ( gelatina)
Una bevanda araba rinfrescante, molto gettonata nelle calde serate estive è il jellab, preparata con sciroppo di datteri o melassa d'uva e acqua di rose con aggiunta di acqua e ghiaccio. Talvolta guarnito con pinoli e uvetta. Il qamardeen, è una bevanda densa a base di pasta di albicocche secche, molto comune nelle case arabe. Specialità consumata durante il Ramadan.
Laban
Questa bevanda ricca e cremosa a base di latte fermentato, si può bere da sola o aromatizzata con datteri frullati, acqua di rose, fiori d'arancio o spezie come lo zafferano e il cardamomo. Abbastanza salutare da essere inserito nei programmi dietetici per il suo alto contenuto di proteine, il laban è usato , nelle caffetterie moderne, come base aromatica per creare bevande fantasiose
Succhi freschi
Anche se non si tratta di una bevanda strettamente araba, la limonata alla menta è molto popolare. C'è poi il tamar-hindi, che si ottiene unendo un pestato di tamarindo con acqua, zucchero e succo di limone. Questa bevanda, dolce al punto giusto, seppur con una nota pungente, veniva tradizionalmente servita in tutto l'Oriente dai venditori ambulanti. Altri succhi freschi, come quello all'anguria, al melone, all'ananas e alla papaia, sono molto comuni nei menù di bevande e a volte vengono frullati con latte di cammella o laban per creare una specie di frappè denso e cremoso.
Succo di carruba
E’ preparato con baccelli di carruba essiccati o melassa con aggiunta di zucchero e acqua. È considerato benefico per la salute e contiene molte vitamine e minerali.
Qamar al din
Bevanda densa dal sapore vivace è tradizionalmente preparata con albicocche secche, poiché si ritiene che abbiano un sapore più ricco di quelle fresche. Si aggiunge poi acqua di rose o acqua di fiori d’arancio. Questo succo o nettare è popolare in tutto il Medio Oriente e nel Nord Africa durante il Ramadan.
Souba
Questa bevanda, molto popolare nei Paesi Arabi, è cocco grattugiato lasciato qualche ora a bagno nel latte, amalgamato poi con vaniglia, amido di riso e zucchero. E' venduta durante il Ramadan negli angoli delle strade insieme a street food dopo il tramonto.
domenica 5 gennaio 2025
"Ho dipinto la pace" di Talil Sorek
Questa poesia è stata scritta nel 1973 da Talil Sorek, una ragazza israeliana, che all'epoca aveva solo 13 anni e stava vivendo la guerra dello Yom Kippur (un conflitto armato combattuto dal 6 al 25 ottobre 1973 in cui furono coinvolti Egitto, Siria e Israele).Dal testo si evince l’orrore degli scontri, delle opposizioni e delle guerre che, da decenni, regna nell’area del Medio Oriente (dalla Palestina all’Iran). Talil Sorek, attraverso i colori “molto freddi” evidenzia lo strazio provocato dalla guerra, mentre con i “colori brillanti, decisi e vivi” esprime il desiderio di una pace che consenta la speranza di un sereno futuro.Il componimento, che ottenne un premio nel 1975 e divenne famoso in tutto il mondo, è caratterizzato dalla contrapposizione guerra – pace.
Visto l'attualità del tema ho pensato di riproporla in questo blog nella speranza che questo nuovo anno porti un pò di pace.
lunedì 28 ottobre 2024
Conoscere il Marocco attraverso i libri
Ci sono persone che prima di un viaggio in un paese sconosciuto, amano informarsi sulla sua cultura, sui suoi usi e costumi e c’è chi invece, si affida ai libri proprio perché, non potendo viaggiare, ha la possibilità di conoscere un paese lontano…ad esempio il Marocco. Questa è la classifica dei primi 10 libri che aiutano a conoscere questo paese.
1-Marocco - di Tahar Ben Jelloun
Ben Jelloun descrive, con dovizia di dettagli, la vera essenza del paese, da Tangeri fino a Casablanca, Fès e Marrakech, lungo i sentieri dell’Atlante, tra le kasbah del deserto e la sperduta pianura di Chaouia portando il lettore nel cuore del Marocco, in un viaggio interiore ed esteriore, fisico e spirituale.
2 - Le voci di Marrakech di Elias Canetti
Elias Canetti, scrittore bulgaro vincitore del premio Nobel, trascorse a Marrakech alcuni mesi nel 1954. Durante questo suo soggiorno, scrisse le pagine di questa stupenda opera di narrativa. Il libro traccia una sensazionale panoramica della città berbera, di cui vengono descritti scene di vita quotidiana, suoni, colori, odori e pensieri. Infatti, vagando tra i contorti vicoli del souq e ammirando il vorticoso movimento di Piazza Jemaa el-Fna dal famoso Cafè de France, lo scrittore riscopre il piacere della vita.
Paul Bowles si innamorò del Nord Africa durante un viaggio in Marocco, Algeria e Tunisia. Ma sopratutto era particolarmente legato al Marocco e lo dimostra la sua scelta di andare a vivere a Tangeri. Proprio qui scrisse” “Il tè nel deserto” che è considerato il più grande capolavoro del genere. La storia narra di una coppia americana che, durante un viaggio nel deserto marocchino, finirà per ritrovare se stessa tra villaggi berberi, dune di sabbia e cieli stellati.
4 - Il cantastorie di Marrakech di J R. Bhattacharya
Uno dei libri ambientati in Marocco più suggestivi e originali, è “Il cantastorie di Marrakech“ dello scrittore indiano Joydeep Roy-Bhattacharya. E’ un avvincente romanzo giallo ambientato nel cuore della città rossa dove il protagonista Hassan, è uno dei tanti cantastorie che popolano la magica Piazza Jemaa el-Fna.
5 - La terrazza proibita di Fatema Mernissi
Fatema Mernissi è una delle più influenti figure femminili del mondo arabo. Nata e cresciuta nel 1940 in un harem di Fès, la scrittrice e sociologa marocchina descrive , in questa biografia, la sua vita con grande coraggio e determinazione. Un libro straordinario che ci descrive l’importanza dell’emancipazione femminile, ma anche delle antiche tradizioni.
6 - I Tuffatori di Casablanca di Rosita Ferrato
“I tuffatori di Casablanca” è probabilmente il libro che fornisce l’idea più nitida del Marocco di oggi trasportando il lettore nelle storie della gente comune e le pagine sono arricchite da fotografie dell’autrice e splendide illustrazioni dell’artista Paolo Galetto.
7 - Ultimo Tè a Marrakech di Toni Maraini
In questo libro ci vengono raccontate 14 storie sul Marocco, ognuna delle quali ci trasporta in una realtà diversa. Toni Maraini ( sorella di Dacia Maraini) ha vissuto in questo paese dal 1964 al 1986, e in questi 22 anni ha imparato a conoscere e apprezzare una realtà tanto affascinante quanto complicata. Pertanto, dopo aver incontrato pescatori, anziane donne e ambigui personaggi, si ritroverà a contemplare la piazza di Marrakech e fornirci una chiara visione d’insieme di un paese estremamente variegato.
8 - La casa del califfo di Tahir Shah
“La casa del califfo” è un libro sulla cultura marocchina. Tra le pagine di questa biografia si scoprono le mille contraddizioni di questo paese e della sua gente. Ma la particolarità di questo libro è il fatto che l’autore è uno scrittore inglese di origine afghana, che da Londra ha deciso di trasferirsi a Casablanca con tutta la famiglia. L’autore si confronterà così con una realtà complessa, tra islamismo e tradizioni africane. Nonostante un primo periodo di difficile integrazione, Tahir troverà finalmente la pace a Casablanca, nella città che ora può finalmente chiamare “casa”.
9 - Una sconosciuta a Tangeri di Christine Mangan
In questo libro ci si tuffa nella Tangeri degli anni ’50, città di stranieri, avventurieri e delinquenti occidentali. La scrittrice ci racconta di Alice, una donna americana che, trasferitasi a Tangeri, si sposa con John. A una trama fatta di ossessioni, gelosie e manipolazioni, fa da sfondo la misteriosa Tangeri di quegli anni.
10 - La valle delle casbah di Jeffrey Tayler
Si tratta della testimonianza di un’incredibile avventura di viaggio fatta dall’autore: percorrere l’intero corso del Draa a dorso di cammello. In un viaggio lungo la cosiddetta Valle delle mille Kasbah, in compagnia del beduino Hassan e di un trio di cammelli, si scopre la magia più autentica del Marocco. Un viaggio, quello di Tayler, nella grande ospitalità berbera, tra le suggestioni del deserto e i cortili delle vecchie kasbah.
Fonte: https://www.archetravel.com/blog/libri-marocco/

















