martedì 1 gennaio 2019

Il matrimonio e “la notte del henna”



In tanti paesi del medio oriente, decorare la sposa con l’ henna fa parte del rito matrimoniale. E’ una usanza che riserva un posto speciale tra gli usi e costumi tramandati; diffusissima in Palestina e in Giordania. Non ci si può sposare senza avere celebrato il giorno prima delle nozze l’attesissima “notte dell’ henna” E’ una cerimonia che coinvolge sia la famiglia della sposa, sia quella dello sposo, anche se però è di più significato per la sposa.
Si inizia partendo dalla casa dello sposo: un gruppo di donne porta sulla testa un vassoio di henna decorato con petali di fiori profumati e candele. Questo vassoio viene passato da donna in donna a turno e tra canti e balli si avviano verso la casa della sposa. Una volta arrivati a destinazione, le donne iniziano a decorare le mani della sposa e dello sposo con l’ henna (a volte si disegnano semplicemente le iniziali di lei e lui), dopodiché lo sposo offre la sposa il mahr (la dote), tutto questo accompagnato da balli, canti e tanta musica tradizionale palestinese.
Durante la notte spesso vengono cantate molte canzoni popolari e folcloristiche. Ne esistono di due tipi: il primo è quello che in arabo si chiama al-mardudeh, che è una sorta di botta e risposta tra il cantante, noto come badda'a (il talentuoso) e il gruppo di donne presenti al matrimonio e si narrano leggende inerenti al giorno del matrimonio, storie della vita quotidiana simpatiche o semplicemente per enfatizzare la bellezza della sposa con l’ henna. Il secondo tipo è noto in arabo come il mhaha, che è una canzone solista eseguita da una delle donne per una ragione particolare e indirizzata a una persona specifica.

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