lunedì 17 marzo 2025

Fiaba yemenita: La serva ladra.


C'era una volta un uomo che girava di paese in paese. 

Un giorno entrò in una moschea e una donna, che aveva la casa vicina, lo vide. Mandò la sua serva e gli disse: "Va' a chiedere a quell'uomo qual è il suo mestiere e la sua parentela, chi è e da dove viene". La serva andò e lo trovò seduto nella moschea. Gli disse: "La mia signora mi ha mandato a chiederti chi sei e da dove vieni, cosa fai e qual è la tua gente". Egli rispose: "Per Dio, sono un viaggiatore! Per quanto riguarda il mio lignaggio, io sono uno shaykh”.

La serva tornò dalla sua padrona e le riferì le sue parole. Allora le disse: "Torna da lui e digli che gli manderò la cena". La serva andò e gli disse: "La mia padrona dice che ti manderà la cena". "Bene..." rispose. La donna aspettò fino alla sera e gli preparò una pagnotta, quattro fette di agnello e una ciotola piena di brodo. Mandò la serva a portargli la cena, dicendole: "Quando gli porgi il cibo, digli: "la mia padrona ti manda a dire che la luna è tonda, il mare è alto e le stelle sono quattro”. 

Quando la serva giunse in uno slargo della strada, si mangiò mezza pagnotta e una fetta di carne, e bevette mezzo brodo. Portò il resto al viaggiatore e gli disse: "La mia signora ti manda a dire che la luna è tonda, il mare è alto e le stelle sono quattro". Rispose: “Bene...".

Guardò la cena e trovò mezza pagnotta, tre fette di carne e mezza ciotola di brodo. Allora disse alla serva: "Riferisci alla tua signora che c'era l'eclissi di luna, il mare era quasi prosciugato e le stelle erano solo tre". La serva ritornò dalla padrona e la informò: "Il viaggiatore dice che c'era l'eclissi di luna, il mare era quasi prosciugato e le stelle erano tre”. Allora la padrona esclamò: "Hai rubato la cena allo straniero!". La serva negò. "Come?" disse la padrona. "Ho mandato quattro fette di carne e il viaggiatore di che che erano tre! Ho mandato una pagnotta e una ciotola piena, ma solo metà gli è giunta!”. Quando me ne sono andato via, la padrona stava ancora battendo la serva...

venerdì 28 febbraio 2025

giovedì 20 febbraio 2025

Bevande arabe tradizionali


Il caffè arabo 

Il caffè , uno dei simboli dell'ospitalità araba, è normalmente arricchito con spezie come cardamomo, cumino, chiodi di garofano e zafferano; viene servito versandolo dalla dallah , la classica caffettiera araba decorata con oro o argento, in tazzine senza manici chiamate finjaan. La parola araba "gahwa" o "qahwah", da cui deriva la parola "caffè", significa “forte" e siccome questo caffè è davvero molto forte, è consuetudine servirlo con datteri che aggiungono dolcezza.

Karak chai

Il tè Karak o Chai Karak è un tè molto popolare negli Emirati Arabi Uniti. E’ una bevanda piccante e calda, una varietà locale di tè masala, che si ottiene infondendo foglie di tè con erbe e spezie indiane. Può essere preparato con cannella, zenzero, finocchio, cardamomo. 

Jellab ( gelatina)

Una bevanda araba rinfrescante, molto gettonata nelle calde serate estive è il jellab, preparata con sciroppo di datteri o  melassa d'uva e acqua di rose con aggiunta di acqua e ghiaccio. Talvolta guarnito con pinoli e uvetta. Il qamardeen, è una bevanda densa a base di pasta di albicocche secche, molto comune nelle case arabe. Specialità consumata durante il Ramadan.

Laban

Questa bevanda ricca e cremosa a base di latte fermentato, si può bere da sola o aromatizzata con datteri frullati, acqua di rose, fiori d'arancio o spezie come lo zafferano e il cardamomo. Abbastanza salutare da essere inserito nei programmi dietetici per il suo alto contenuto di proteine, il laban è usato , nelle caffetterie moderne, come base aromatica per creare bevande fantasiose

Succhi freschi

Anche se non si tratta di una bevanda strettamente araba, la limonata alla menta è molto popolare. C'è poi il tamar-hindi, che si ottiene unendo un pestato di tamarindo con acqua, zucchero e succo di limone. Questa bevanda, dolce al punto giusto, seppur con una nota pungente,  veniva tradizionalmente servita in tutto l'Oriente dai venditori ambulanti. Altri succhi freschi, come quello all'anguria, al melone, all'ananas e alla papaia, sono molto comuni nei menù di bevande e a volte vengono frullati con latte di cammella o laban per creare una specie di frappè denso e cremoso.

Succo di carruba

E’ preparato con baccelli di carruba essiccati o melassa con aggiunta di zucchero e acqua. È considerato benefico per la salute e contiene molte vitamine e minerali.

Qamar al din 

Bevanda densa dal sapore vivace è tradizionalmente preparata con albicocche secche, poiché si ritiene che abbiano un sapore più ricco di quelle fresche. Si aggiunge poi acqua di rose o acqua di fiori d’arancio. Questo succo o nettare è popolare in tutto il Medio Oriente e nel Nord Africa durante il Ramadan.

Souba

Questa bevanda, molto popolare nei Paesi Arabi, è cocco grattugiato lasciato qualche ora a bagno nel latte, amalgamato poi con vaniglia, amido di riso e zucchero. E' venduta durante il Ramadan negli angoli delle strade insieme a street food dopo il tramonto.


domenica 5 gennaio 2025

"Ho dipinto la pace" di Talil Sorek

Questa poesia è stata scritta nel 1973 da Talil Sorek, una ragazza israeliana,  che all'epoca aveva solo 13 anni e stava vivendo la guerra dello Yom Kippur (un conflitto armato combattuto dal 6 al 25 ottobre 1973 in cui furono coinvolti Egitto, Siria e Israele).Dal testo si evince l’orrore degli scontri, delle opposizioni e delle guerre che, da decenni, regna nell’area del Medio Oriente (dalla Palestina all’Iran). Talil Sorek, attraverso i colori “molto freddi” evidenzia lo strazio provocato dalla guerra, mentre con i “colori brillanti, decisi e vivi” esprime il desiderio di una pace che consenta la speranza di un sereno futuro.Il componimento, che ottenne un premio nel 1975 e divenne famoso in tutto il mondo, è caratterizzato dalla contrapposizione guerra – pace. 

Visto l'attualità del tema ho pensato di riproporla in questo blog nella speranza che questo nuovo anno porti un pò di pace.

Avevo una scatola di colori
brillanti, decisi e vivi.
Avevo una scatola di colori,
alcuni caldi, altri molto freddi.
Non avevo il rosso
per il sangue dei feriti.
Non avevo il nero
per il pianto degli orfani.
Non avevo il bianco
per le mani e il volto dei morti.
Non avevo il giallo
per le sabbie ardenti,
ma avevo l’arancio
per la gioia della vita,
e il verde per i germogli e i nidi,
e il celeste dei chiari cieli splendenti,
e il rosa per i sogni e il riposo.
Mi sono seduta e ho dipinto la pace.



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