giovedì 10 dicembre 2020
10 parole italiane di origine araba
lunedì 19 ottobre 2020
Abbigliamento arabo tra passato e presente: il pakol
venerdì 18 settembre 2020
Conoscere i tuareg: le caste
Il sistema sociale dei tuareg è organizzato in caste; ha una struttura piramidale con a capo l ‘ Amenokal, il capo di tutte le tribù. Seguono i nobili (Imajeghan), i pastori (imghad), la classe religiosa (ineslimen), gli artigiani (enaden) e infine gli schiavi (harratini) per lo più provenienti dalla regione sudanese.La divisione in classi è molto rigida.La classe dei nobili si distingue per il velo che non tolgono mai dal viso; la loro principale attività è il commercio a dorso di dromedario sulle piste del Sahara. In tempi passati furono anche terribili predoni e guerrieri.Gli schiavi sono di razza negroide, discendenti dei popoli che abitavano il deserto quando era ancora una verde savana o prigionieri di guerra. In genere vivono nelle oasi e si dedicano all’artigianato e all’agricoltura.Fra i nobili, la casta degli “imohar” comprende i più grossi proprietari di mandrie ed è quella che decide le sorti dell’intera tribù.Il potere religioso è nelle mani dei “marabutti” o santoni, gli “ineslimen.”La classe dei “vassalli”, “imrad”, è costituita dai cosiddetti servi, cioè da quelli che hanno il compito di prendersi cura del bestiame.L’artigianato è praticato nell’hoggar (oasi) dalle donne, sotto la tenda, oppure dai domestici e dagli uomini; ma esiste anche un artigianato professionale svolto da una casta particolare, gli “enaden”. Anticamente fabbricavano le armi: la spada, la lancia, il giavellotto, il pugnale. Oggi fabbricano soltanto qualche coltello che serve a sacrificare animali o a radere la barba e un arnese di ferro chiamato “iremdan” composto da una lama, una lesina, una pinza.La lavorazione del legno, che un tempo era molto attiva, sta scomparendo e gli utensili ora sono fatti di alluminio o di plastica.I "fabbri" sono i grandi orefici del deserto. Lavorano solamente l'argento e il rame.I gioielli che fabbricano sono: grossi ciondoli, orecchini, anelli, braccialetti.
lunedì 24 agosto 2020
Zagora
martedì 7 luglio 2020
domenica 31 maggio 2020
Shirin e Farhad: una leggenda iraniana.
Nel VII secolo d. C., prima che gli Arabi arrivassero e portassero con sé l'Islam, viveva in Iran una ragazza giovane e bellissima di nome Shirin. La famiglia di Shirin era molto ricca e conosciuta e l'intero Paese cantava la bellezza unica e la grazia impareggiabile della giovane.
domenica 24 maggio 2020
sabato 9 maggio 2020
Conoscere i Tuareg: le confederazioni.
I Tuareg sono divisi in cinque grandi gruppi ripartiti in alcuni paesi dell’area sahariana, nel sud del Maghreb, in Algeria, Libia, Niger, Mali e Burkina Faso.
I Kel Ayr, abitano nel massiccio montuoso dell'Aïr che si trova nel nord del Niger. Essi sono nigerini con espansione in Nigeria e anche in Ciad. La principale divisione interna è tra Kel Ewi, e Kel Gress.
E per finire i Tenguereguif stabilitisi nella zona di Timbuctù, noti anche come tuareg sudanesi. Le cinque confederazioni non erano unite da alcun legame politico stabile, anche se erano frequenti le intese militari se si dovevano difendere da un nemico comune o dall’attacco di altre tribù. Solo in concomitanza dell’arrivo dei francesi si ebbero alleanze tra intere confederazioni, ma non si giunse a un’unificazione dell’insieme Tuareg, infatti il loro temperamento anarchico ha fatto si che essi non abbiano mai costituito una sola nazione, nonostante si attribuiscano una stessa origine. La società tuareg ha una struttura complessa e stratificata, che ricorda la società feudale.
mercoledì 22 aprile 2020
Le regole del Ramadan
- La preghiera notturna: il Taraweeh
Durante tutto il mese di Ramadan, oltre alle consuete cinque preghiere quotidiane, si deve recitare una preghiera speciale il Taraweeh, la preghiera notturna.
- Divieti e tempi delle pratiche a cui astenersi durante il Ramadan
Il primo divieto è il digiuno che inizia all'alba e termina dopo il tramonto. Non bisogna mangiare o bere nulla durante le ore di luce, inoltre non bisogna mentire, fumare, usare un linguaggio scurrile, fare la guerra e astenersi dai rapporti sessuali.
- Chi è esentato dal digiuno durante il Ramadan
Il Corano prevede che siano esentati i bambini, le persone malate nel caso il digiuno arrecasse ulteriori danni alla salute, le persone che prendono medicinali e che non possono rimandare alla sera, gli anziani il cui stato fisico non permette il digiuno, chi fa un lavoro duro e di conseguenza potrebbe farsi male digiunando e chi deve fare un lungo e faticoso viaggio. Sono esentate anche le donne in attesa di un figlio e quelle in fase di allattamento o che hanno il ciclo mensile.
- Cosa succede se non si rispetta il digiuno
Se una persona non è in grado di digiunare può decidere se recuperare i giorni di digiuno durante l'anno, prima dell'arrivo del prossimo Ramadan o se dare un pasto a un povero per ogni giorno di digiuno non rispettato.
- Come viene recitato il Corano nelle preghiere collettive
Il Corano è diviso in 30 parti uguali chiamate juz' e molti fedeli ne leggono una al giorno per l'intera durata del mese sacro.
- Cosa si mangia al termine del digiuno
Dopo aver recitato una brevissima preghiera, si mangiano datteri o si beve acqua come faceva il Profeta Maometto. Segue poi un pasto abbondante da consumarsi durante le ore notturne.
- Cosa si fa alla fine del Ramadan
Alla conclusione del mese sacro viene indetta una festa chiamata Eid al Fitr, durante la quale i musulmani partecipano alle processioni,si scambiano regali augurandosi "Eid mubarak" ovvero "buon Eid" e si fanno doni ai poveri.
- Cosa succede se non si rispettano le regole
Se qualcuno, di propria volontà, contravviene a qualche regola, ha obbligo di carità verso i bisognosi o continuare l'astinenza dai divieti carnali dall'alba al tramonto per altri 60 giorni dopo il Ramadan.
martedì 24 marzo 2020
Chefcheouen, la perla blu.
giovedì 20 febbraio 2020
venerdì 31 gennaio 2020
La poesia palestinese di Mahmud Darwish.
Potete legarmi mani e piedi
togliermi il quaderno e le sigarette
riempirmi la bocca di terra
la poesia è sangue del mio cuore vivo
sale del mio pane,
luce dei miei occhi,
sarà scritta con le unghie,
con lo sguardo
e col ferro.
La canterò nella cella della mia prigione
nella stalla
sotto la sferza
tra i ceppi
nello spasimo delle catene.
Ho dentro di me milioni di usignoli
per cantare la mia canzone di lotta.