Mille e mille granelli, come la sabbia del deserto. Le radici del cous cous
si perdono tra le dune del Nord Africa, dove da sempre vivono i Berberi,
gli uomini liberi.
Con i cereali che coltivavano, il frumento, ma
soprattutto l'orzo, il miglio e il sorgo, preparavano "pappe" con
acqua o latte. Il cous cous,
chiamato dalle popolazioni berbere in diversi modi (sekso, kskso, kuskus,
kuski, ecc.), rappresenta, per modo di dire, lo sviluppo di questa loro arte culinaria. Furono
però gli arabi, in seguito, a
diffondere questo piatto che si ottiene con la paziente manipolazione della farina di grano duro. La preparazione è infatti molto lunga e complicata; si lavora un impasto di acqua e farina, fino ad ottenere dei granelli di forma differente, a seconda della finezza della lavorazione. In passato veniva effettuata dalle donne
africane che, per ottenere grandi quantità
di questo prodotto dovevano riunirsi in gruppi e lavorare per diversi
giorni. Oggi la produzione di cous cous è in gran parte
meccanizzata.
Per far si che dopo la cottura, i granellini risultino gonfi, leggeri, ben separati l’uno dall’ altro e senza grumi è necessaria la cottura a vapore e il recipiente tradizionale usato è la couscoussiera che può essere di terracotta, di rame o di alluminio. Si compone di due recipienti: uno inferiore in cui si cuociono le verdure e la carne e uno superiore con il fondo bucherellato nella quale si pone il cous cous che cuocendo con il vapore del preparato sottostante, acquista un sapore unico e speciale. Se non si ha a disposizione questa pentola, si può ricorrere a un setaccio o ad uno scolapasta di metallo ricoperto da una garza che si adatti perfettamente a un’ampia casseruola. Il couscous è un piatto che oggi si consuma anche in paesi lontani dalla cultura islamica ed è uno dei piatti più diffusi nel mondo insieme a pasta e riso. Il cous cous che si trova in vendita nei negozi e supermercati occidentali è generalmente un prodotto industriale precotto la cui preparazione è molto più semplice e rapida, è sufficiente re-idratarlo con acqua o brodo bollente e lasciarlo riposare per qualche minuto.
Per far si che dopo la cottura, i granellini risultino gonfi, leggeri, ben separati l’uno dall’ altro e senza grumi è necessaria la cottura a vapore e il recipiente tradizionale usato è la couscoussiera che può essere di terracotta, di rame o di alluminio. Si compone di due recipienti: uno inferiore in cui si cuociono le verdure e la carne e uno superiore con il fondo bucherellato nella quale si pone il cous cous che cuocendo con il vapore del preparato sottostante, acquista un sapore unico e speciale. Se non si ha a disposizione questa pentola, si può ricorrere a un setaccio o ad uno scolapasta di metallo ricoperto da una garza che si adatti perfettamente a un’ampia casseruola. Il couscous è un piatto che oggi si consuma anche in paesi lontani dalla cultura islamica ed è uno dei piatti più diffusi nel mondo insieme a pasta e riso. Il cous cous che si trova in vendita nei negozi e supermercati occidentali è generalmente un prodotto industriale precotto la cui preparazione è molto più semplice e rapida, è sufficiente re-idratarlo con acqua o brodo bollente e lasciarlo riposare per qualche minuto.
Pochi sanno ma anche in certe parti della Grecia ..cè un piatto di cous cous molto popolare la differenza che i granelli sono notevolmente più grandi e prima di cucinare vanno rosolati sul fuoco lento ... ma è buonissimo te assicuro.bacidicucina .. alma
RispondiEliminaCiao Alma
RispondiEliminanon lo sapevo nemmeno io, ma ci credo che sia buonissimo..mi sai dire come si chiama? così quando mi capita di tornare al ristorante greco provo ad ordinarlo...sperando l'abbiano nel menù....
bacioni
Najim
Si chiama cous cous spero lo assaggerai è davvero squisito
EliminaAmazigh not arabic !
RispondiEliminaPourquoi parlez vous des arabes ? Les dynastie qui ont occupé l espagne sont berberes !
RispondiEliminaTahar Ben jeloun est nord africain et donc berbère. 70% des marocains parlent le berbère et le reste la daridja une langue punico-berbere. Le monde arabe s'arrête en Egypte...
RispondiEliminaVotre pseudo ne serait-il pas plutôt "nedjma' un titre de livre de kateb Yacine ?
RispondiElimina